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Volare


Quando Domenico Modugno insieme a Franco Migliacci scrisse questa canzone che tutto il mondo conosce, era il 1958. E' il periodo in cui l'Italia diventa moderna e tanti italiani emigrati iniziano a ritornare in Italia per dare vita alla nostra "rivoluzione industriale".

"Penso che un sogno così non ritorni mai più mi dipingevo le mani e la faccia di blu poi d'improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito ...."

Ebbene questa quartina esprime concetti che da sola consente chiunque di "volare" di sognare e di sperare in un futuro nuovo. Il vento è sinonimo di novità, il cielo di ambire a qualcosa di elevato, di un valore non meramente economico, dipingersi la faccia e le mani significa cambiare per migliorare perché viene assunto lo stesso colore del cielo a cui ambiamo..

Questa è l'energia che ha accompagnato i nostri nonni e i nostri genitori ,,, che hanno cantato e si sono riempiti il cuore e l'anima di questi versi stupendi quando hanno cercato di spiegare quello che avevano in petto.

Sto scrivendo al passato per caso ? Forse no ... quello che mi consola visto che oggi stiamo vivendo una condizione sicuramente più triste e dimessa, è che la dentro di me e in molte persone che conosco forte è la voglia di tornare a sognare e a volare ... tanto che la voglia di ripartire da zero di ricostruire rapporti, cose, affetti, relazioni significative, amicizie perse nel tempo e da sempre potenzialmente costruttive è indomita.

Tutto cambia e si evolve e noi non siamo fuori del tempo e dello spazio, ci illudiamo di osservare gli altri e altro e determinare giudizi e considerazioni, ma contemporaneamente siamo osservati e giudicati e presi ad esempio, nel bene o nel male, nelle cose ben fatte e negli errori ... questa è la realtà, ma alzare lo sguardo e desiderare di volare è una figata.


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